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Campo Calabro - Storia

Posta in uno dei tanti splendidi terrazzi naturali che si affacciano sullo Stretto, la comunità di Campo Calabro ha origini molto remote.

Il più antico insediamento umano individuato nel nostro territorio, infatti, è rappresentato dal grande complesso abitativo –probabilmente una villa romana- localizzato da campagne di scavo del 2005 in contrada Chiusa d’Adorno, nell’attuale zona industriale, area peraltro lambita dal passaggio della romana Via Popilia-Annia che da Melia raggiungeva lo Stretto.

Fontana Vecchia Campo Calabro

Le indagini preliminari hanno permesso di identificare una presenza di strutture murarie, manufatti e cisterne per olio e vino che, con altri reperti, abbracciano un lunghissimo periodo cronologico - dall’età imperiale a quella basso medievale - e confermano l’importanza economica di un territorio che per migliaia di anni ha garantito ricchezza e prosperità ai suoi abitanti.

Testimonianze indirette dei secoli successivi sono rappresentate dai nomi bizantini di molte nostre contrade (Silipà, Pirgo, Matiniti. Musalà, Scadà, Lionte, Iatrico) che attestano una intensa frequentazione dei nostri luoghi anche durante l’Alto Medioevo.

La venuta dei Normanni sullo Stretto verso il 1060 e la conseguente introduzione del feudalesimo portarono alla costituzione della baronia di Fiumara in cui furono compresi i nostri territori. Dopo vari signori (Sanseverino, Carafa, De Francesco, ecc) Fiumara fu infeudata ai Ruffo di Bagnara che la possedettero ininterrottamente dagli inizi del Seicento fino al 1806.

Nel Medioevo non vi sono tracce documentali di Campo; il famoso “Parlamento di S. Martino” del 1283, infatti, si deve riferire all’attuale omonima frazione di Taurianova mentre la contrada San Martino di Campo prese il suo nome dall’abbazia di S. Martino di Mesa (Calanna) che possedeva nel nostro comprensorio vari vigneti.

Il continuo pericolo, sia in età medievale che moderna, di incursioni piratesche, in effetti, non agevolò la formazione di un nucleo urbano stabile ma solo la nascita di case sparse, abitate da contadini che vivevano nella città fortificata di Fiumara e si trasferivano sui nostri pianori per lavori stagionali connessi alle attività agricole o al diffuso allevamento dei bachi da seta.

Una importante testimonianza del genere è rappresentata dal testamento del nobile reggino Jacupello Labuzetta che nel 1539 diede la libertà a due suoi schiavi - il turco“Amet” e la nera “Iasmin” - donando loro in usufrutto un giardino con alberi di gelso proprio in contrada “Lo Campo” di Fiumara, che i due ex schiavi, evidentemente, già curavano.

Nel corso dei secoli, quindi, numerose furono nella nostra zona le proprietà di enti ecclesiastici e di nobili famiglie di Fiumara, Calanna e Reggio e anche di Messina, da dove giunsero nel XVII secolo alcune delle famiglie, come i Crispo e gli Adorno, che avrebbero caratterizzato la vita economica civile e religiosa del nostro territorio.

Nel 1645, nel corso dell’apprezzo del feudo di Fiumara, venne citata per la prima volta la “chiesa di S. Maria Maddalena sita nel loco dove si dice Lo Campo”.

La chiesa era stata voluta da tal Natale Polimeno che ne aveva al tempo lo “jus patronatus”. Questa piccola cappella familiare venne elevata a parrocchia nel 1702 e garantì per molti anni la cura pastorale di tutte le anime da Fiumara alla marina comprese tra il torrente Catona e la valle di S. Trada, fino alla costituzione delle altre parrocchie del litorale.

Tra il 1743 e il 1746 una terribile pestilenza proveniente da Messina decimò tutta la popolazione di Campo “della Maddalena”. Il paese aveva appena ripreso a crescere quando una nuova carestia nel 1763 e soprattutto il terribile sisma del 1783 provocarono nuovi lutti e nuove distruzioni .

L’Ottocento si aprì con l’occupazione da parte dell’esercito napoleonico di Gioacchino Murat di ampie parti del nostro territorio tra San Martino e Campo Piale.

Proprio durante il periodo francese fu decretata la fine del feudalesimo nel Regno di Napoli.

Scomparsa l’antica signoria dei Ruffo, quindi, Campo venne costituito in Comune autonomo.

Testi e consulenza storica di Antonino Sapone, Socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria.

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